Intervista a Spika

Spika è un rapper e produttore siciliano classe ’99, che ha pubblicato lo scorso Giugno il suo EP “Eyes on me”. A seguito dell’uscita del progetto, abbiamo fatto a Spika qualche domanda.

Ciao Spika e benvenuto su Rapadvisor

Come stai? È finalmente uscito il tuo album che è stato il risultato di un percorso che ha visto il tuo personaggio crescere anche nelle vesti di produttore. Ti senti più a tuo agio nel ruolo di rapper o di beatmaker ?

Ciao ragazzi! Grazie per l’intervista. In realtà sono da sempre stato affascinato dalla produzione, dalla ricerca dei campioni e tutto quel mondo lì, è una roba molto complessa e per quello ci vuole molto tempo ed esperienza per essere completo al 100%, da quel punto di vista. Ho ancora un sacco da imparare, sicuramente nella scrittura ho acquisito molta più sicurezza e skill, quindi ti direi sì, mi sento più a mio agio nel ruolo da rapper, è una cosa che ho sempre fatto scrivere, quindi lo trovo più spontaneo e naturale farlo.

Ci sono due nomi oltre al tuo che principalmente spiccano anche sul panorama italiano che sono inclusi in questo ep come per esempio Big Joe e 2p . Cosa ti ha spinto a fare queste scelte a livello di produzioni e che tipo rapporto hai con loro?

Le collaborazioni con i producer sono nate molto spontaneamente. “Bugie” il brano prodotto da 2P e Adma inizialmente era stato registrato su un type beat, con 2P ci scrivevamo spesso su Instagram e quindi ho colto l’occasione per proporgli una collaborazione: devo dire che non c’è stato bisogno di fare mille versioni del pezzo, da subito i ragazzi sono entrati nel viaggio e hanno prodotto una perla incredibile. Con Joe ci conosciamo da tanto, da quando ero un piccolo fan boy, sono stato da sempre attratto dalla roba sua, quindi sia per lui che per me è stato facilissimo trovare la quadra giusta per un singolo. 

Hai iniziato a fare rap molto presto, quali sono le influenze che hanno avuto un valore e che ti hanno condizionato durante il processo di scrittura dei tuoi testi?

Di solito quando scrivo non mi faccio condizionare troppo dalle mie influenze, cerco di mantenermi sempre sul mio, sicuramente il suono e il rap della mia città mi ha formato e quindi molto naturalmente lo riporto spesso nei miei pezzi, non per una questione di emulare qualcosa che c’è già stato, soltanto per mantenere viva la nostra attitudine, la nostra impronta musicale, ovviamente mi sono ispirato un sacco a tutto il filone TDE che da sempre mi ha affascinato: Kendrick Lamar, Isaiah Rashad, Schoolboy q sono artisti che ho ascoltato un sacco, ho consumato molti dei loro dischi nel tempo, penso che a tratti si senta quell’influenza li.

Essere stato selezionato da Jack The smoker per la Machete e comparire in Cantera Machete deve essere stato pazzesco. Cosa porti nel cuore di quell’esperienza?

Sicuramente aver preso parte a CANTERA è stata una super soddisfazione, come già ho detto in altre interviste, lavorare con dei professionisti ti forma e io ho cercato di captare quante più cose possibili per approcciarmi meglio alla lavorazione di un progetto. È nato tutto molto spontaneamente, quasi per caso, inviai il pezzo senza pensare che ci sarebbe stato un risvolto e quella roba lì forse mi ha premiato. A volte premeditare troppo su una cosa non è bene. Insomma è stata una super esperienza che per certi versi musicalmente mi ha fatto crescere.

Cosa ne pensi della realtà musicale presente attualmente in Sicilia ? Pensi che il tuo percorso sarebbe stato diverso se fossi cresciuto in un altro tipo di ambiente?

Palermo è una città piena di artisti validi, come tutta la Sicilia. Penso che ancora bisogna lavorare sodo per affermarci come una realtà solida, tutta questione di tempo e di musica. Un progetto come “Eyes on me” ha l’obbiettivo di portare una nuova visione, un nuovo suono, e la gente si renderà conto che esiste altro. Sicuramente il fatto di essere nato e cresciuto a Palermo, ha fatto sì che la mia musica andasse in quella direzione, se fossi nato in un’altra città magari non avrei fatto musica, non avrei fatto “Eyes on me”.

Questo è un disco con sonorità diverse rispetto al rap che sta uscendo ultimamente ed è un rap più tradizionalista. Sei soddisfatto del risultato?

Non voglio classificarlo come un progetto tradizionalista, sicuramente la radice portante è il RAP, le barre. Da fan di questa roba è un progetto che ascolterei volentieri, poi sì è diverso dalla solita musica che siamo abituati ad ascoltare in questo periodo storico, ed è proprio quella la cosa che vince. Sono super soddisfatto dei risultati che ha portato, però è solo l’inizio di un percorso, possiamo fare meglio e sicuramente mi impegnerò per questo. Grazie per le belle domande. ONE LOVE.

Intervista a Spika di Valeria Giudicotti.

PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATI:
RapAdvisor
RapAdvisor Instagram

Tags: spika

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *