Intervista a Not Good

Not Good, giovane rapper che ha già saputo mettersi in mostra e collaborare con alcuni dei migliori, ha pubblicato ieri il suo primo EP: “Erba nei Jeans”. L’artista di casa Hateful ha risposto a qualche nostra domanda, che trovate di seguito.

  • Il tuo nome sta iniziando a girare molto nell’ultimo periodo. Se qualcuno che non ti conosce ti chiedesse perché deve ascoltarti cosa risponderesti?
    Perché ci sono tantissimi rapper che sanno rappare ma ce ne sono pochi che sanno farlo davvero bene, io spero di essere uno di questi.
  • In “Erba nei Jeans”, il tuo primo EP ufficiale, prevale il Not Good di qualche mese fa, ancora sconosciuto e arrabbiato, o il Not Good attuale, che gode di risultati notevoli e sta realizzando alcuni dei suoi sogni?
    Il Not Good di qualche mese fa è sconosciuto e arrabbiato esattamente come quello attuale in realtà. Forse ora è solo più vicino ai riflettori.
  • Quali sono stati gli ascolti e gli artisti che più ti hanno influenzato durante la realizzazione di “Erba nei Jeans”?
    Tantissimi artisti mi ispirano ogni giorno! È difficile dirtelo con precisione anche perché mi sento molto ispirato da 6lack ad esempio, ma l’ep non vira su quel mood, mi hanno ispirato le cose da dire che avevo nello stomaco.
  • Qual è il pezzo di “Erba nei Jeans” del quale sei più soddisfatto?
    Penso che “Parole tristi” sia il brano che mi ha più emozionato, l’ho scritto più di 2 anni fa e non ha mai perso valore.
  • Da qualche mese Emis Killa ha preso le parti del tuo mentore. Qual è stato il suo consiglio più prezioso per te?
    Cerca di fare quello che più ti piace perché alla fine della giornata devi confrontarti con te stesso, non con gli altri.
  • Qual è stata la più grande soddisfazione che per ora hai vissuto nella tua carriera?
    La strofa ne “il seme del male RMX” nel disco di Emis e Jake.
  • “Sono anni che non mi va bene per questo mi chiamo Not Good”. Nel tuo caso quanto sono state importanti le esperienze negative per creare arte?
    Molto, io traggo la maggior parte della mia ispirazione dalle esperienze negative o dalle emozioni forti. Non nego di scrivere anche strofe con un altro mood, certo, ma comunque scrivo per sfogarmi, quindi per lo più quando sono triste. Luigi Tenco diceva di scrivere canzoni solo quando era triste, perché quando era felice preferiva uscire (giustamente, direi).
  • Sei partito con pezzi su type beat fino ad arrivare a lavorare con produttori come Crookers e 2nd Roof. In che cosa ti ha migliorato questo tuo percorso professionale?
    Mi ha migliorato in senso tecnico, mi sono stati forniti i mezzi per fare quello di cui avevo bisogno, io cerco sempre di essere il più indipendente possibile ma è bello poter comunque contare sul supporto di un team di professionisti, a partire dai produttori.

Intervista di Matteo Pinamonte.

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