L'abbattimento delle vele di Scampia

E’ notizia delle ultime ore quella dell’avvio del progetto di abbattimento delle vele di Scampia, di cui si è discusso per anni, e vedrà la realizzazione in circa 40-50 giorni. I lavori di abbattimento sono iniziati durante la giornata di ieri, 20 Febbraio, e hanno deciso di partire dalla vela verde, o anche vela A.

Scampia non è una puttana fra non te la do.

La notizia è rimbalzata online: ormai non si torna indietro. Scampia è oggigiorno il simbolo di una Napoli sconfitta, divisa tra criminalità e brava gente, talvolta anche tanta omertà. Se c’è chi esulta per l’abbattimento di questa prima vela, c’è anche chi, invece, continua a sottolineare da anni che Scampia non è solo una zona degradata, e seppure a farla da padrona sia la malavita, sono comunque tante le persone oneste che hanno continuato a vivere per anni all’interno di quei palazzoni.

Tantissimi sono i profili social che hanno parlato di questo avvenimento: personaggi di spicco, politici e non, e tra questi troviamo anche Enzo Dong, che alle vele è nato e cresciuto, e ha legato indissolubilmente, nel corso degli anni di carriera, il proprio nome a quello di Scampia. Sulla sua pagina Facebook, infatti, ha postato la foto di un muro della vela verde che sarebbe stata abbattuta di lì a poco: sul muro era evidente la frase “Scampia non è una puttana fra non te la do” che troviamo nel suo brano Gucci rubate di circa due anni fa. Basti pensare che nel suo ultimo album Dio perdona io no contiene il brano di apertura Dalle vele.

Guarda il video di Gucci rubate su YouTube:

Scampia: cos’era veramente?

Nonostante col tempo l’irregolarità abbia preso possesso delle vele, il progetto era nato per dare vita ad una sorta di città all’interno della città. Le vele furono costruite tra il 1962 e il 1975 per mettere in comunicazione gli abitanti e per garantire loro benessere. Nel progetto originario dovevano essere realizzate anche aree destinate allo svago dei più piccini, mai realizzate. Col tempo, le case son state occupate abusivamente dalle famiglie e dai terremotati dell’Irpinia dell’80. Successivamente, a prendere possesso delle vele ci hanno pensato anche la malavita e gli spacciatori.

Le vele si sono guadagnate la nomea di maggiore piazza di spaccio della Campania, ed è stata rappresentata moltissimo sia nei film, sia in musica, che nei libri e nei saggi come uno dei luoghi più degradati di Napoli. Non si contano più le opere artistico-culturali che hanno avuto come tematica principale Scampia e le vele: da Gomorra di Garrone alla già citata Dalle vele di Enzo Dong. E’ stata teatro anche di numerose riprese video, musicali e cinematografiche: ad esempio, nella serie tv di Gomorra gli edifici compaiono spesso.

Il rap napoletano e Scampia.

Scampia, come già detto, però, non è solo degrado. Nel corso degli anni sono tanti gli artisti urban che, nati in questa zona, hanno cercato di sfruttare il loro status sociale per spingersi a dare di meglio. Non solo: sono riusciti a dare voce e coraggio, forza di continuare a lottare contro la criminalità opprimente tanto quanto il giudizio dei media che non hanno fatto altro che puntare il dito ed aumentare pregiudizi nei confronti del quartiere i questione. Oltretutto, non è da sottovalutare il carattere molto territoriale del genere rap, strettamente legato ai luoghi di provenienza degli artisti. Sono tanti gli artisti che hanno associato il loro nome alle vele e a Scampia: dai Co’ Sang a Enzo Dong, senza scordare Geolier e Nicola Siciliano, autori della hit P Secondigliano, ambientata nel quartiere di Secondigliano a confine con quello di Scampia, ma la lista non finirebbe qui.

I videoclip girati alle vele.

Come detto, non sono mancati assolutamente, nel corso degli anni i videoclip ambientati alle vele: si tratta di video non solo musicali, ma anche cinematografici che hanno voluto immortalare la situazione in cui versa il quartiere.

Gué Pequeno, ad esempio, essendo molto affezionato alla città di Napoli, non poteva non girare almeno un videoclip nel capoluogo campano, più precisamente alle vele: stiamo parlando della canzone Tuta di felpa, tratta dalla versione royal del suo cd Vero del 2015. Il pezzo vede anche la partecipazione del già citato Ntò.

Anche il giovane Mixup nel 2016 decise di girare il videoclip del brano Il futuro adda venì a Napoli, alle vele. Il video, girato da Gabriele Ciances, è sicuramente uno dei video più belli girati negli ultimi anni, un cortometraggio a tutti gli effetti sulle note di un brano altrettanto bello e intriso di significato e speranza.

Enzo Dong non poteva non decidere di girare almeno un videoclip sotto le vele di Scampia: stiamo parlando del brano Italia Uno, la sua street hit uscita a Marzo 2017, che oggi conta nove milioni e mezzo di visualizzazioni su YouTube. Solo un anno prima circa si girò anche il video del brano Aldila’ del gruppo romano della Dark Polo Gang, sempre in featuring con Enzo. Dong è sicuramente uno dei rapper più associati a Scampia, quasi come se fosse diventato un suo vero e proprio marchio di fabbrica: basti pensare che proprio il suo nome d’arte Dong sia una sigla che sta per “dove ognuno nasce giudicato” per rivendicare il fatto che purtroppo chi vive in determinate condizioni di degrado venga spesso etichettato e giudicato negativamente dai mass media generalisti. Non a caso, Enzo in pochi anni è diventato la voce delle periferie non solo di Napoli e della Campania, ma di tutta Italia, e la sua ascesa non si arresta.

Tratto da Malammore, uno dei dischi più belli del rap italiano del 2016, anche E ‘cumpagn mie di Luchè è stato realizzato a Napoli a Scampia. Non si tratta del primo videoclip del rapper napoletano girato in questo quartiere: già il videoclip di Int’o rione dei Co’ Sang conteneva alcune scene girate alle vele. Anche i Co’ Sang, anni prima rispetto a Enzo Dong, eran diventati un’autorità per il rap napoletano. Significativa, a tal proposito, è stata l’intervista rilasciata a inizio anni ’10 dal duo a Current Tv, in cui si aprivano e descrivevano uno scenario di degrado, del quale, però, si facevano portavoce e allo stesso tempo testimoni di speranza e positività, a provare il fatto che nonostante tutto potesse ancora esistere un futuro per chi ci credeva.

Lucariello è un altro nome molto legato a Scampia. Tra i tanti brani scritti dal rapper, troviamo Nuje vulimme ‘na speranza realizzata in featuring con Ntò, uscita tra l’altro come sigla finale di Gomorra la serie, Guagliun e miez a via, anche questa usata nella colonna musicale della nota serie televisiva, o ancora Senza peccato e Miettice ‘a faccia (mettici la faccia). Già a fine 2015 decise di portare le telecamere per un suo videoclip nel quartiere delle vele: parliamo del brano Vittoria realizzato insieme a Fabri Fibra e prodotto da D-Ross, che contiene alcune scene girate a Scampia.

Non solo rapper italiani: molti sono anche i rapper stranieri venuti alle vele per girare i propri videoclip musicali, perlopiù francesi. Basti pensare a nomi come Le monde ou rien dei Pnl e Gomorra di Sch, o ancora Napoli di Sadek, tutti contenenti scene realizzate nel noto quartiere. Tutto ciò testimonia quanto famoso sia stato e sia tutt’ora uno dei quartieri più popolari in Italia e in Europa.

Cosa ci hanno lasciato le vele di Scampia?

Ebbene, cosa ci hanno lasciato le vele di Scampia? Difficile saper dare una risposta. Di certo, però, non è bello nascere e crescere col dito infame del pregiudizio puntato contro: le vele non erano solo Gomorra, non erano solo droga, camorra, spaccio e criminalità, ma era ed è tutt’ora anche il posto di lotta, di resistenza sociale, di gente perbene che porta in alto la propria dignità e quella della propria città e del proprio quartiere, diffamati per anni ed etichettati come sporchi criminali.

Da oggi inizierà una nuova era per Scampia, in questo ci sperano tutti. Tutti sperano in un futuro migliore, in cui a pagare le conseguenze di un’assenza di autorità non siano i cittadini più deboli, ultimi anelli di una catena già debole di suo, che rischia costantemente di spezzarsi e cedere al peso dell’illegalità che si espande su un territorio come un cancro ed infetta rapidamente tutto senza lasciare scampo.

I napoletani sognano un nuovo futuro, fatto di positività, di giustizia e di onestà, e tocca in primis alle autorità favorire la realizzazione di questa realtà, con la speranza che non siano mai più voltate di spalle ad ignorare una situazione di simile degrado.

Scampia non molla.

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