Stefano Cucchi: date voce all'omertà

Cucchi Stefano, nato a Roma, il 1° ottobre 1978 e deceduto il 22 ottobre 2009 durante la custodia cautelare.
Un caso di cronaca nera ancora aperto di cui vi parleremo alla luce dell’uscita del film intitolato “Sulla mia pelle“, il quale narra l’ultima settimana di vita di Stefano.
I fatti di questa vicenda vengono raccontati in questo lungometraggio, prodotto da Netflix ed uscito in contemporanea in diverse sale italiane il 12 settembre, con l’intento di far sì che ognuno si possa creare una propria idea sui casi di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine.

E’ grave che un ragazzo muoia mentre si trovi nelle mani dello Stato e che la giustizia non sia in grado di far chiarezza, per tanto come può un cittadino sentirsi al sicuro sapendo dei lunghi termini di azione e dell’inadempienza di chi possiede certi incarichi?
La linea di omertà adottata da Cucchi, che non ha parlato apertamente con chi di dovere riguardo il brutale pestaggio subito, è la dimostrazione di quanto detto prima, il cittadino preferisce rimanere nella sua zona di confort per la mancanza di protezione da parte dello Stato e ancora di più quando si viene esiliati.
L’indifferenza difronte a tali situazioni non può rimanere salda, il dibattito per ricercare soluzioni deve andare avanti considerando che il nostro Paese – tra i tanti vedesi Federico Aldrovandi, Carlo Giuliani etc – non è nuovo a queste situazioni di abuso di potere. Fa riflettere il sì ai taser su alcuni agenti e l’impassibilità di equipaggiare le forze dell’ordine con le videocamere, ma in fondo siamo solo in grado di viaggiare fino alla luna e oltre, ma non disponiamo delle capacità per tutelare realmente i cittadini.
E’ triste come alcune persone si soffermino sulla tossicodipendenza di Cucchi quasi volendo imputare la sua morte a le debolezze dell’essere umano, un’ulteriore dimostrazione di come alcune storie riflettano a pieno le difficoltà della nostra società nel superare certi pregiudizi. D’altronde è più facile marginare e puntare il dito verso il più debole piuttosto che aiutarlo.
Situazione che si alimenta anche grazie a figure come il neodiputato leghista Gianni Tonelli, all’epoca dei fatti segretario del Sap, battutosi in difesa dei propri interessi piuttosto che per la verità dei fatti; rimane però la speranza che, grazie a persone come Riccardo Casamassima si possa avere giustizia, colpevole di aver avuto coraggio di raccontare gli obbrobri dei suoi colleghi e costretto ora a subire punizioni, trasferimenti e vessazioni.
Il rap che deve essere portatore di discussione, nel corso degli anni ha preso voce in capitolo riguardo la vicenda di Stefano Cucchi, qui di seguito potete vedere una nostra compilazione di alcune dediche a lui fatte.


Vi invitiamo calorosamente a guardare il film e crearvi una propria idea di ciò che succede, l’informazione è l’unica cosa che vi può liberare dell’ignoranza.

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