Intervista a Garelli

Garelli ha pubblicato la scorsa settimana “Mezzi”, album che lo vede sia al microfono che alle produzioni, mentre racconta il suo mondo e la sua città.

Ciao Garelli , è da poco uscito Mezzi  il tuo  album che non solo ti vede nelle vesti di producer ma dopo un po’ di tempo hai di nuovo  preso ufficialmente in mano il microfono per rappare… da dove è nata questa urgenza di gridare al pubblico le tue potenzialità ?
É nata casualmente, avevo già da tempo voglia di tornare a scrivere e registrare, infatti io ho iniziato a far musica nelle vesti di rapper. È stato un flusso di coscienza, nel giro di qualche giorno mi ero trovato con già 3/4 pezzi scritti e da qui mi sono detto “Ok è il momento!”.
 
è stato difficile per te ritrovare la prospettiva e entrare nel ruolo del rapper ?
A livello musicale assolutamente no. Credo molto in me stesso ma forse ho trovato qualche difficoltà nel fatto di dovermi esporre di più in quanto rapper, invece il ruolo del producer lo giochi dietro le quinte ma è solo una questione di abitudine.
 
Lo storytelling presente nei testi rispecchia la realtà di molti ragazzi di Milano che trascorrono gran parte del loro tempo sui mezzi pubblici . Ci racconti com’è nato il concept  di questo album e come mai sei così legato al tuo quartiere ?
É stato tutto molto naturale. Sono sempre stato in giro per Milano, odiavo stare in casa. Non ho la patente ed è da tutta la mia vita che prendo i mezzi di trasporto per muovermi. Quando ho iniziato a scrivere il disco, avevo vari provini e ancora non avevo l’idea del concept “mezzi” ma poi ho sviluppato il tutto attorno a questo. Il mio quartiere penso di amarlo per senso di appartenenza, alla fine sono nato e cresciuto qui e anche le prime rime della mia vita le ho scritte sulle panchine dei binari della stazione di Lambrate.
 
Tra i featuring c’è un grande ritorno , il nome di Inoki spicca decisamente tra tutti gli altri , avevi già lavorato con lui come produttore nel suo disco Medioego, come ha reagito quando lo hai chiamato per fare un po’ di rime insieme ?
Si è preso bene e anche tutto il concept della traccia è molto suo, si parla di street Life ed è nato tutto in modo molto naturale. Quando ho riascoltato il provino, ho avuto quasi i brividi, sono cresciuto ascoltando la sua musica e ancora non ci credo di averci fatto un pezzo insieme!
 
Anche Jack the Smoker è presente all’appello , c’è qualcun’altro che avresti voluto inserire nel progetto ?
Jake La Furia penso sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
 
Da quanto stavi lavorando a questo disco considerando la scelta degli ospiti che hai chiamato la produzione dei beat e i la stesura dei testi scritti da te?
Un anno e mezzo circa.
 
Hai anche partecipato a una puntata di real talk di recente… raccontaci di più cosa ti ha lasciato questa esperienza?
È stata una figata. Avere a che fare con i ragazzi di Real Talk mi ha dato molta presa bene. è stato uno dei primi riscontri come rapper e spero di collaborarci ancora in futuro!

Intervista di Valeria Giudicotti

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