Intervista a Gionni Grano

Il veterano del rap veneto Gionni Grano è tornato in modo cinematografico con “Stallone”, il suo nuovo album a tema Sylvester Stallone, mitico attore dei film d’azione. Per l’occasione gli abbiamo fatto qualche domanda sul progetto e la sua realizzazione.

Ciao e benvenuto su Rapadvisor, il disco richiama concetti diversi da quelli proposti dai soliti rapper. Le sonorità e le liriche rispecchiano e stanno al passo con quello che propone il mercato musicale attuale. Cosa ti ha ispirato per scrivere le liriche di questo disco?
La prima cosa che ho fatto è stata scegliere un po’ dei personaggi e dei film più “iconici” della filmografia di Stallone e su quelli ci ho riadattato il mio rap. Ti faccio due esempi: l’ultimo pezzo, “Talia Shire”, è dedicato alla mia ragazza e quindi c’è l’accostamento di Balboa con Adriana e tutto quello che ne viene fuori; invece in “John Rambo”, per esempio, c’entra il fatto che lui fosse un veterano della guerra mentre io sono un veterano del rap. Poi, per quanto riguarda le mie liriche, più o meno sono sempre quelle perché faccio molte citazioni e in ogni strofa mescolo tutto il mio backgroud, i miei interessi, quindi cito qualche film, qualche bottiglia di vino o magari qualche calciatore degli anni 90 della Serie A. Il mio rap è molto autoreferenziale e citazionista.

I featuring presenti sono nomi molto importanti che hanno il loro spessore all’interno della scena rap italiana, cosa ti ha guidato nella scelta di determinati nomi di alcuni veterani come per esempio Inoki e Vacca? C’è qualche legame emotivo che ti ha spinto a chiamare proprio loro?
Il presupposto è che collaboro e ho sempre collaborato solamente con gente che conosco di persona, gente con cui c’è del rispetto o con cui comunque ci sono dei rapporti. In questo caso volevo degli artisti dell’old school italiana con cui non avevo mai collaborato o comunque non collaboravo da tempo e volevo che questi non fossero negli ultimi progetti di MxRxGxA, Nex, Fratelli Freschi… tutte le ultime cose che abbiamo fatto. Quindi sono andato su Inoki perché siamo amici da tantissimi anni ed è anche uno delle persone interne all’hip hop italiano che sento molto spesso. Anche Vacca lo conosco da tantissimi anni però non avevamo mai collaborato e secondo me è uno che spacca proprio, è un bel personaggio, per cui ho scelto loro due, principalmente.

Inoltre c’è sempre la presenza fidata del tuo partner in crime Nex Cassel, quest’estate è uscito” Fratelli freschi” questo album è figlio delle tue idee o c’è anche il suo zampino? Sappiamo che siete molto uniti.
Cosa vuoi che ti dica di Nex? È il mio amichetto del cuore (ride)… a parte gli scherzi è la persona con cui lavoro in assoluto meglio in studio perché abbiamo fatto tantissima musica assieme, abbiamo fatto tre dischi di Fratelli Freschi, i dischi di Micromala ecc. Ogni volta, ogni pezzo che facciamo nasce direttamente in studio. Non ci troviamo mai a scrivere a casa le proprie parti ma facciamo tutto insieme e si crea una pasta, una chimica, che secondo me è unica.

C’è un brano tra tutti che secondo te rispecchia in modo maggiore la tua attitudine e in generale la mentalità MXRXGXA?
Potrei citarti due pezzi che rappresentano appieno la mia attitudine e che sono uno l’opposto dell’altro. Il primo pezzo è “Lincoln Hawk“, perché io nasco come MC da battaglia, da barre, a me piace mettermi là e scriverti una 16, una 24, uno strofone infinito di barre dove ti faccio vedere quanto spacco, tutti i miei giochi di parole, le mie citazioni in cui mescolo dentro un po’ tutto. Però, allo stesso tempo, potrei dirti anche l’ultimo pezzo, “Talia Shire”, quello dedicato alla mia ragazza, Gloria, perché sono anche uno che se voglio scrivere una canzone su un argomento messo là e sviluppato bene, lo so fare, ho in canna anche questo.

C’è un componente della crew al quale ti senti più legato con il quale c’è maggiore sintonia nel momento in cui vi mettete a scrivere musica insieme ?
I componenti della crew con cui mi sento più a mio agio sono Nex e Gioielli, che sono la mia famiglia: facciamo musica assieme da più di 20 anni e con loro ho un feeling pazzesco. Con Nex, come dicevo prima, ho molto più feeling nello scrivere i pezzi assieme, nello stare tante ore in studio, magari farci la notte lì, sbronzarci, fare festa e veder nascere le canzoni. Con Gioielli invece lavoro molto bene anche a distanza: lui è super produttivo, magari mi può passare 200 basi e io a casa mi scrivo i pezzi, me li preparo e poi vado da lui, li registro e pian piano prendono forma i progetti. Diciamo che sono le persone con cui lavoro meglio però con due approcci differenti alla genesi dei pezzi.

Tu e Gionni Gioielli siete molto amici, a cosa sono dovute le influenze presenti nelle produzioni che rendono i beat così ricercati?
Sì, come dicevo, Gioielli è un fratello. Lui e Nex sono la mia famiglia da più di 20 anni. Gioielli è proprio un cultore di musica, una persona che ha una cultura musicale infinita, pazzesca, e questo lo vedi proprio dalla scelta dei sample, mai banali, mai scontati… ha delle cartelle nell’hard disk con centinaia e centinaia di basi. È un talento unico, immediato, veloce, e la sua cultura musicale si traduce nei beat che fa. Insomma, se abbiamo dei beat così fighi è solo merito suo, del grande Gioiellone!

Anche l’art work merita un occhio di riguardo , ci puoi raccontare come è nata l’idea delle grafiche?
Avevamo in mente da subito, sia io sia Gioielli, che ogni canzone dovesse avere la sua copertina, ovviamente, in puro stile MxRxGxA, e che tutte fossero disegnate da qualche artista figo. Poi Gioielli ha avuto un’intuizione: seguiva questo ragazzo che è un grande fan nostro, di tutto il collettivo MxRxGxA, si chiama Matt Maic ed è di Torino; abbiamo notato che aveva le skills necessarie per fare quello che avevamo in testa, glielo abbiamo proposto e ci ha mandato lo schizzo della copertina che ci ha subito spaccato. Anche in questo caso, insomma, tutto parte da un’intuizione del nostro grande Gioiellone.

Intervista di Valeria Giudicotti.

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