Recensione di "Gemini": genio e sregolatezza

È uscito Venerdì “Gemini”, il nuovo album di Nerone che come titolo ha il suo segno zodiacale, gemelli. Questo non è il primo album rap con chiari riferimenti al segno zodiacale dei gemelli, ricordiamo tra l’altro quando gli Outkast unirono quelli dei due membri (Aquarius e Gemini) creando “Aquemini” o quando Macklemore chiamò il suo album proprio “Gemini”.


Prima di sentire questo album però mi sono chiesto il perché di questo nome e da buon inesperto di astrologia ho cercato su Google le caratteristiche del segno dei gemelli. I primi risultati dicono che i gemelli sono persone divertenti e solari ma che cambiano umore velocemente. Tutte queste caratteristiche sono perfette per “Gemini”, un album spassoso contraddistinto da un’attitudine grezza e umile per la maggior parte delle tracce, che poi si trasforma in un attimo in rabbia o nostalgia, in tracce che lasciano ampio spazio ai sentimenti. Il sentimento che colpisce immediatamente è l’importanza dell’amicizia e dell’amore delle persone vicine, che per Nerone ha più peso di riconoscimenti e soldi. A condire questo album pazzerello c’è la consueta e pazzesca tecnica di Nerone, che viene ancora una volta messa in campo dal rapper milanese.


Nerone fa molti riferimenti al calcio nell’album, soprattutto in brani come “Hooligans”, “Uno Fisso” e “Tre Goal”, allora possiamo dire che i sei compagni che ha scelto di portare con sé in questo disco sono stati da pallone d’oro, dando tutti il loro meglio ed adattandosi perfettamente ai pezzi a cui hanno partecipato.


Le produzioni, curate interamente da Dj 2P e Adma Music, hanno suoni freschi e aggressivi che hanno saputo stimolare soprattutto le capacità tecniche di Nerone. Così come i testi, anche le basi diventano più emozionanti in alcuni momenti, per esempio in “Come un boss”.

Volendolo riassumere nuovamente in chiave calcistica, questo disco potrebbe assomigliare a un gol di George Best, quel calciatore proprio del segno dei gemelli tutto genio e sregolatezza.

Recensione a cura di Matteo Pinamonte

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