Sherwood Festival 19 – Bilancio positivo per Sherwood Festival.

Padova – Si è concluso sabato 6 luglio lo Sherwood Festival 2019. Un’edizione importante perché festeggiava il 20° anno di permanenza al Park Nord dello Stadio Euganeo e per la campagna “Sherwood Changes For Climate Justice”, forse il vero successo del festival e sicuramente il valore aggiunto che gli spettatori delle 30 serate hanno maggiormente apprezzato.

I numeri dello Sherwood Festival: sono stati oltre 150.000 gli spettatori delle 30 serate del festival, provenienti da tutt’Italia e dall’estero per assistere ai tantissimi appuntamenti proposti dal festival padovano, che si conferma ancora una volta come l’appuntamento più importante per la musica in città.
Un evento unico in Italia: 30 giorni di spettacoli, concerti, dibattiti, presentazioni di libri, tornei sportivi, appuntamenti per più piccoli, un’attenzione costante alle problematiche attuali quali il razzismo, il sessimo e, tema forte di quest’edizione, i cambiamenti climatici.
54 artisti, oltre 200 musicisti sul palco e 500 volontari per far andare la macchina del festival.
Sherwood Festival è stato definito da molti come l’unico vero festival indipendente italiano (almeno di queste dimensioni). Una piccola (grande) isola felice, in un panorama fatto di festival ultra-sponsorizzati, fatto di prezzi sostenibili, spettacoli indimenticabili, attenzione ai dettagli e al benessere degli spettatori con acqua gratuita, cibi e bevande da produttori locali. 
La campagna “Sherwood Changes For Climate Justice” ha ulteriormente alzato l’asticella contribuendo a rendere il festival completamente plastic-free (anche le bottigliette d’acqua erano in materiale organico), con aree di raccolta differenziata distribuite su tutta l’area e assistenti addetti ad aiutare il pubblico nella corretta dei rifiuti. Sherwood Festival ha inoltre utilizzato, da quest’anno, un fornitore di energia pulita e sono state messe a disposizione navatte gratuite per gli spostamenti dal centro città e dalla stazione dei treni.
Un vero evento “climate positive“, che non solo lascia l’area del festival in perfette condizioni, ma contribuisce a migliorare l’aria della città grazie alla piantumazione di oltre 100 alberi nei pressi del festival, creando così una vera e propria “foresta di Sherwood”. Tanti utenti hanno voluto contribuire a questa foresta donando il contributo per la piantumazione della propria pianta, sottolineando ancor più più il clima di inclusione e collaborazione che da sempre ha caratterizzato lo Sherwood. Grazie a tutte queste azioni, l’impatto dell’edizione 2019 rispetto alle precedenti è stato inferiore di oltre il 50%, secondo i dati forniti da Etifor, lo spin off dell’Università di Padova che ha affiancato il festival nella progettazione della campagna e delle azioni necessarie per ottenere questi risultati.

Difficili da dimenticare i concerti. Il ritorno degli Ska-P, uno dei momenti più attesi e partecipati, una serata quasi catartica vista la partecipazione del pubblico (oltre 10.000 spettatori paganti) culminata in un concerto che la band stessa ha definito emozionante.
Qualche giorno fa i Subsonica, altro momento clou del festival, che ha visto la band torinese trionfare davanti ad una moltitudine di fans, grandi e piccoli.
E poi Francesco Motta, il punk dei Dropkick Murphys e degli Interrupters, le good vibes di Koffee, la trap di Carl Brave e Capo Plaza, il debutto a Sherwood dei coma_cose, i Colle Der Fomento e la grande festa di chiusura con i Tre Allegri Ragazzi Morti accompagnati anche da Pier Paolo Capovilla.

Nelle parole di Barbara Barbieri, dell’organizzazione, una riflessione a 360° sulla manifestazione padovana: 
“Sherwood changes for climate justice” (https://bit.ly/2MrLhQ4), è stata una scommessa difficile che abbiamo vinto grazie all’impegno dello staff e al coinvolgimento attivo del nostro pubblico.
Questa bellissima edizione la vogliamo dedicare a tutti coloro che nel mondo cercano la libertà perché ci insegnano che è tutto, non è una condizione fissa ma dobbiamo conquistarla ogni giorno, che dobbiamo rivendicare i nostri diritti, che non possiamo farci dominare dalla paura e dall’odio che vogliono imporci. Non dobbiamo chiedere il permesso per essere liberi!”.

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