Intervista a Nayt: alla scoperta di “Doom”

Abbiamo fatto qualche domanda a Nayt a seguito dell’uscita di “Doom”, il nuovo album del rapper romano.

  • “Doom” arriva a meno di un anno da “Mood”. I due album sono stati concepiti nello stesso periodo o sono stati uno la conseguenza dell’altro?
    Avevo già l’idea del titolo e del concept. Ma li ho scritti in momenti diversi, sono figli di diversi periodi.
  • In “Mortale” dici che ora non ti frega di niente se non del tuo umore. Scrivere un disco introspettivo e profondo come “Doom” ti aiuta ad uccidere i tuoi demoni?
    Come dico nella title track “dire certe cose ad alta voce è un passo avanti”, anche se non è questo il motivo principale per il quale scrivo di questi argomenti.
  • In “La mia noia” racconti la differenza tra l’artista e la sua visione di sé stesso e la visione del pubblico dell’artista stesso. Tu hai sofferto per questo meccanismo?
    In realtà ne “La mia noia” parlo della differenza tra l’opinione che gli altri hanno di noi (e quanto sia variabile e debole) e il nostro vero valore interno, che poi nel mio caso si riversa anche nel rapporto artista-pubblico. Io ho sofferto periodi dove ero più influenzato dall’ambiente esterno riguardo chi fossi o dovessi essere.
  • In tutto il viaggio fai notare il contrasto tra l’essere e il semplice avere, con una critica al materialismo. Con la fama e il successo, anche economico, ti è capitato di dubitare dei tuoi valori?
    Di certo alcune situazioni sono disorientanti ma io ho sentito subito la verità dietro queste dinamiche economiche e sociali.
  • In “Ultima Confessione” dici di aver paura di non essere compreso dal mondo che ami. Come hanno reagito le persone più vicine a te a “Doom”?
    A molti ha lasciato un senso di inquietudine e a tutti è arrivata la cura e la qualità del lavoro. L’ho trovato molto interessante come riscontro.
  • Nell’album non hai cercato di emulare il sound di tendenza, preferendo cercare di trovare un sound tutto tuo. Il rapporto e la continuità del lavoro con 3D ha favorito questa ricerca?
    Sì, io credo che il ruolo di 3D sia sempre stato fondamentale per conquistare il nostro sound e avere questa grandissima cura dei dettagli. Da lui continuo tutt’oggi ad imparare molto e tengo sempre particolarmente alla sua opinione.
  • Ti senti lontano dalle tendenze in questo momento?
    Non so, vi sembro vicino o lontano dalle tendenze in questo momento?
  • “OPSS” con Mattak e Gemitaiz è l’unico brano che veramente si discosta dalla linea concettuale e anche stilistica dell’album. Secondo te questo pezzo sarà quello che soddisferà di più il tuo pubblico storico?
    Secondo me è un pezzo che adempie perfettamente al suo ruolo all’interno del disco. Ma in tutto l’album, credo che quello che soddisfi di più il pubblico sia altro.

Intervista di Matteo Pinamonte.

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Tags: doom, nayt

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