Nicola Siciliano: il rap in dialetto è davvero un limite?

Nicola Siciliano, Rapper classe 2002 della scuola campana, è stato sicuramente una delle novitá più interessanti del 2020.
Un artista a 360 gradi, che ha iniziato la sua carriera ricoprendo diversi ruoli, da cantante a videomaker, da beatmaker a produttore.


Ma quanto conta per un rapper essere in grado di fare tutte queste cose?
Nicola ne è uno degli esempi più chiari e per capirlo abbiamo analizzato il suo ultimo disco “Napoli 51”.
Partiamo da un dettaglio chiave , che non a tutti è saltato all’occhio: questo disco é quasi interamente prodotto dallo stesso Nicola Siciliano, comprese le tracce su cui ha invitato Nitro, Vegas Jones , Ketama e Clementino.
Eppure, pur avendo prodotto o musicalmente influenzato le basi dell’intero disco, quest’ultimo si presenta come un mix di emozioni, passando da basi dolci e con pochi strumenti, fino ad arrivare a basi più complesse e ritmate.


La traccia “Zen” è probabilmente la traccia musicalmente più articolata dell’intero disco, dove lo stesso Nicola in un’intervista rilasciata agli Arcade Boyz, rivela che per realizzarla si è affidato a una band Jazz per registrare parte della base.
Un’altra traccia molto sperimentale è “Collane” in collaborazione con Nitro, dove la base cambia molteplici suoni , prestando alla canzone una sorta di evoluzione man mano che la si ascolta.
Un disco completo, con produzioni sperimentali ma allo stesso tempo orecchiabili, featuring di spessore e una concezione musicale innovativa.
Un disco che non puó accettare di essere dimenticato dietro alla scusa del dialetto e che merita di essere messo in luce , e collocato alla pari degli altri dischi.

Articolo di Nicolò Verdura – https://www.instagram.com/nico_nico28/?hl=it

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