Fedez è più hip hop di te

Nel 2020 cosa vuol dire essere Hip Hop? Probabilmente tutto e niente, soprattutto musicalmente. Cosa forse saldamente ancora rimane è la filosofia (più che interpretabile) che rimane dietro.

Può essere uno stile di vita o si può anche solo seguire una delle quattro (per alcuni cinque) diramazioni che prende, ma riassumendo si può dire che l’hip hop è anche un movimento sociale.

Tutti possiamo essere hip hop se accumunati dai valori che si porta dietro.

Se prima Hip Hop era solo quello che l’underground rappresentava, nel 2020 possiamo permetterci di dire che lo è anche il mainstream, perfino chi dietro il termine “urban” fa semplicemente del rap-pop, inteso come popolare, o radiofonico, o commerciale (parola tanto innocua che temuta) o in qualsiasi modo si teme chiamarlo. Perché anche chi macina tanti numeri può portare avanti un concetto.

In questo 2020 chi meglio di Fedez può rappresentare questo “spirito” di aggregazione e socialità? Probabilmente nessuno (o quasi).

In mezzo ad una marea di autocelebrazione, gesti che screditano culture non nostre, musica vista come mero prodotto commerciale e invidia fra colleghi stessi Fedez, paradossalmente distaccandosi da tutta la scena rap, riesce a risultare più hip hop di noi, che alla minima frase detta da rapper X pensiamo subito sia un dissing verso rapper Y.

C’è effettivamente una precisazione dovuta da fare: chi ha un’agiata posizione economica (che prescinde dall’essersela guadagnata o meno) può permettersi di fare le cose in grande, ma se “Il peso delle parole dipende da chi le dice” anche le azioni individuali di una persona dipendono da chi le fa e nella credibilità che nel tempo si costruisce attorno, grandi o piccole che siano. Fedez per ogni tema sociale si schiera, ogni critica cerca di assorbirla per creare un dialogo costruttivo, tutte le sue idee politiche e sociali le ripone velatamente nella sua musica, una cosa non da poco e che in molti millantano di fare.

Non è la beneficienza in sé ad aumentare l’hip hop credibility (o in generale l’essere una “brava persona”) ma sicuramente il modo in cui la si fa, e lascio a voi decidere se Fedez la merita o meno, sicuramente si impegna nel farlo.

Il problema è quando si ha la supponenza di voler spingere un genere parlando solo di quanto il proprio portafoglio è gonfio, di quanto quella barra sia simile alla propria, o di quanto un semplice programma televisivo può essere sbagliato secondo il proprio giudizio. Aggravante il non sapersi raccontare e/o esprimersi tramite i propri album e progetti, dimostrando di essere più piccoli di quel che si pensa e si mostra.

Il voler sempre cercare i motivi dietro un’operazione benefica scredita l’operazione in sé, non perché non sia giusto dubitare delle intenzioni di una persona, ma perché nel momento in cui non si riesce a trovare quel movente sbagliato, ci si è talmente soffermati sul volere screditare un gesto da farlo passare in secondo piano, senza poi aver preso considerazione il bene che può aver apportato.

Articolo di Gabriele Coppola.

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